Storico dell’età contemporanea e commentatore politico, Paolo Macry si immerge nel cuore del capoluogo campano per coglierne l’essenza più profonda: nel libro “Napoli. Nostalgia di domani” (Il Mulino) l’autore va oltre il pessimismo indulgente, gli stereotipi e l’aneddotica per tracciare il quadro di una città difficile ma mai rassegnata. Intervengono Alberto De Bernardi, Mauro Felicori e Luigi Spina.
Napoli è una
sorpresa che deve essere cercata senza pigrizie nella carne viva del suo
corpo affollato, accettando le tensioni di un viaggio in territori
ignoti. È un catalogo di possibilità che la storia ha reso talvolta
drammatico. Uno specchio di intelligenze, passioni, ferite, in cui a
ciascuno è dato ritrovare qualcosa di se stesso.
Napoli è uno di quei luoghi che ciascuno crede di
conoscere anche se non li ha mai visti. Un immaginario spesso
ideologico, fatto di stereotipi, di racconti ossificati, di un’infinita
aneddotica. La città si giudica continuamente e viene continuamente
giudicata. Sconta il pessimismo indulgente che non di rado gli stessi
«nativi» si cuciono addosso e sconta la lontananza culturale, arcigna o
paternalistica, di chi la osserva dall’esterno. Di Napoli, Paolo Macry
tocca le nervature profonde, ripercorre i segni di un tessuto urbano
bimillenario, i comportamenti di lungo periodo della popolazione.
Insegue le fratture drammatiche della sua storia, le esperienze
politiche che l’hanno segnata, fino alle vicende di tre sindaci-sovrani,
Lauro, Bassolino e de Magistris. Ci trasmette la suggestione di una
città difficile e mai rassegnata. Napoli, per chi voglia conoscerla,
capirla, ritrovarla, continua a essere un mondo. Un mondo da pensare. O
forse un modo di pensare.
Paolo Macry, storico dell’età
contemporanea e commentatore politico. Tra i suoi libri per il Mulino
ricordiamo «Ottocento» (2002), «Gli ultimi giorni. Stati che crollano
nell’Europa del Novecento» (2009) e «Unità a Mezzogiorno» (2012).