LA MUSA INQUIETA
Lucrezio o la trasfigurazione poetica della filosofia
Antonella Cosentino e Raffaele Riccio
Voce recitante: Filippo Lanzi
LUCREZIO O LA TRASFIGURAZIONE POETICA DELLA FILOSOFIA
Sabato 26 ottobre 2019 Libreria Einaudi, via Mascarella 11/A, Bologna, ore 17, ingresso libero
“Possiamo sostenere che la poesia sia necessaria? E addirittura che sia
una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non
transitoria e trapassante? E che cosa ci rivelerebbe di essenziale? Che
cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo? Quale la sua utilità e
la sua funzione nella conoscenza? Si conosce attraverso il dolore, come
volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le
categorie come vuole la grande filosofia occidentale?” Sono alcune delle
domande che animano il ciclo di incontri ospitato dalla Libreria
Einaudi e dedicato al rapporto tra poesia e filosofia. Il secondo
appuntamento è contraddistinto dalla voce recitante di Filippo Lanzi.
Sabato 26 ottobre 2019, ore 17.00
Libreria Punto Einaudi Bologna
via Mascarella 11/A – Bologna
INGRESSO LIBERO
POSTI a DISPOSIZIONE LIMITATI
_________________________
Se non avesse conosciuto l'Epicureismo forse Lucrezio non avrebbe scritto niente e di lui non sarebbe sopravvissuto nemmeno il nome; d'altro canto, se Lucrezio non avesse provveduto a divulgare entusiasticamente il pensiero del suo maestro, forse la filosofia di Epicuro non avrebbe conquistato la latinità.
Lucrezio fa da ponte fra la Grecia e Roma e lo fa utilizzando uno strumento, la poesia, trattato con violenta ostilità da Epicuro stesso che lo considerava suscitatore di passioni insane, atte a turbare l'equilibrio dell'uomo, unico garante della sua “felicità”.
Lucrezio lo sa, ma sa anche che è la poesia, la Musa inquieta, il dolce miele che permetterà all'uomo di ingurgitare l'amara ma salutare medicina dell'Epicureismo.
Così, “la grazia delle Muse” si pone al servizio del pensiero epicureo per liberare l'uomo dalle paure e dalle superstizioni e consentirgli di raggiungere la felicità.
Prosegue con questo secondo incontro il nostro percorso di riflessione dedicato al rapporto tra poesia e filosofia.
Una lunga tradizione filosofica se ne occupa: da Platone a Heidegger, da Hölderlin a Maria Zambrano, da Leopardi a Hegel e molti altri.
Abbiamo già visto nel corso del primo incontro quanto il gesto di Platone sia stato, pur tra molte ambiguità, di netta separazione: poeti e pensatori nulla hanno in comune, non nella poesia ma nella filosofia l’uomo trova verità e solido fondamento all’educazione dell’anima.
In Lucrezio la rivalità tra l’una e l’altra si risolve molto diversamente: la filosofia imbocca la via della poesia e la percorre fino in fondo.
Al fondo del nostro interrogarci giace un problema cruciale, che è di natura squisitamente filosofica: possiamo sostenere che la poesia sia necessaria?
E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante?
E che cosa ci rivelerebbe di essenziale?
Che cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo?
Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza?
Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale?
Senza affrettarci a trovare risposte, proseguiamo il cammino…Sabato 26 ottobre 2019, ore 17.00
Libreria Punto Einaudi Bologna
via Mascarella 11/A – Bologna
INGRESSO LIBERO
POSTI a DISPOSIZIONE LIMITATI
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Se non avesse conosciuto l'Epicureismo forse Lucrezio non avrebbe scritto niente e di lui non sarebbe sopravvissuto nemmeno il nome; d'altro canto, se Lucrezio non avesse provveduto a divulgare entusiasticamente il pensiero del suo maestro, forse la filosofia di Epicuro non avrebbe conquistato la latinità.
Lucrezio fa da ponte fra la Grecia e Roma e lo fa utilizzando uno strumento, la poesia, trattato con violenta ostilità da Epicuro stesso che lo considerava suscitatore di passioni insane, atte a turbare l'equilibrio dell'uomo, unico garante della sua “felicità”.
Lucrezio lo sa, ma sa anche che è la poesia, la Musa inquieta, il dolce miele che permetterà all'uomo di ingurgitare l'amara ma salutare medicina dell'Epicureismo.
Così, “la grazia delle Muse” si pone al servizio del pensiero epicureo per liberare l'uomo dalle paure e dalle superstizioni e consentirgli di raggiungere la felicità.
Prosegue con questo secondo incontro il nostro percorso di riflessione dedicato al rapporto tra poesia e filosofia.
Una lunga tradizione filosofica se ne occupa: da Platone a Heidegger, da Hölderlin a Maria Zambrano, da Leopardi a Hegel e molti altri.
Abbiamo già visto nel corso del primo incontro quanto il gesto di Platone sia stato, pur tra molte ambiguità, di netta separazione: poeti e pensatori nulla hanno in comune, non nella poesia ma nella filosofia l’uomo trova verità e solido fondamento all’educazione dell’anima.
In Lucrezio la rivalità tra l’una e l’altra si risolve molto diversamente: la filosofia imbocca la via della poesia e la percorre fino in fondo.
Al fondo del nostro interrogarci giace un problema cruciale, che è di natura squisitamente filosofica: possiamo sostenere che la poesia sia necessaria?
E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante?
E che cosa ci rivelerebbe di essenziale?
Che cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo?
Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza?
Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale?
Senza affrettarci a trovare risposte, proseguiamo il cammino…Sabato 26 ottobre 2019, ore 17.00
Libreria Punto Einaudi Bologna
via Mascarella 11/A – Bologna
INGRESSO LIBERO
POSTI a DISPOSIZIONE LIMITATI
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Se non avesse conosciuto l'Epicureismo forse Lucrezio non avrebbe scritto niente e di lui non sarebbe sopravvissuto nemmeno il nome; d'altro canto, se Lucrezio non avesse provveduto a divulgare entusiasticamente il pensiero del suo maestro, forse la filosofia di Epicuro non avrebbe conquistato la latinità.
Lucrezio fa da ponte fra la Grecia e Roma e lo fa utilizzando uno strumento, la poesia, trattato con violenta ostilità da Epicuro stesso che lo considerava suscitatore di passioni insane, atte a turbare l'equilibrio dell'uomo, unico garante della sua “felicità”.
Lucrezio lo sa, ma sa anche che è la poesia, la Musa inquieta, il dolce miele che permetterà all'uomo di ingurgitare l'amara ma salutare medicina dell'Epicureismo.
Così, “la grazia delle Muse” si pone al servizio del pensiero epicureo per liberare l'uomo dalle paure e dalle superstizioni e consentirgli di raggiungere la felicità.
Prosegue con questo secondo incontro il nostro percorso di riflessione dedicato al rapporto tra poesia e filosofia.
Una lunga tradizione filosofica se ne occupa: da Platone a Heidegger, da Hölderlin a Maria Zambrano, da Leopardi a Hegel e molti altri.
Abbiamo già visto nel corso del primo incontro quanto il gesto di Platone sia stato, pur tra molte ambiguità, di netta separazione: poeti e pensatori nulla hanno in comune, non nella poesia ma nella filosofia l’uomo trova verità e solido fondamento all’educazione dell’anima.
In Lucrezio la rivalità tra l’una e l’altra si risolve molto diversamente: la filosofia imbocca la via della poesia e la percorre fino in fondo.
Al fondo del nostro interrogarci giace un problema cruciale, che è di natura squisitamente filosofica: possiamo sostenere che la poesia sia necessaria?
E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante?
E che cosa ci rivelerebbe di essenziale?
Che cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo?
Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza?
Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale?
Senza affrettarci a trovare risposte, proseguiamo il cammino…
Sabato 26 ottobre 2019, ore 17.00
Libreria Punto Einaudi Bologna
via Mascarella 11/A – Bologna
INGRESSO LIBERO
POSTI a DISPOSIZIONE LIMITATI
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Se non avesse conosciuto l'Epicureismo forse Lucrezio non avrebbe scritto niente e di lui non sarebbe sopravvissuto nemmeno il nome; d'altro canto, se Lucrezio non avesse provveduto a divulgare entusiasticamente il pensiero del suo maestro, forse la filosofia di Epicuro non avrebbe conquistato la latinità.
Lucrezio fa da ponte fra la Grecia e Roma e lo fa utilizzando uno strumento, la poesia, trattato con violenta ostilità da Epicuro stesso che lo considerava suscitatore di passioni insane, atte a turbare l'equilibrio dell'uomo, unico garante della sua “felicità”.
Lucrezio lo sa, ma sa anche che è la poesia, la Musa inquieta, il dolce miele che permetterà all'uomo di ingurgitare l'amara ma salutare medicina dell'Epicureismo.
Così, “la grazia delle Muse” si pone al servizio del pensiero epicureo per liberare l'uomo dalle paure e dalle superstizioni e consentirgli di raggiungere la felicità.
Prosegue con questo secondo incontro il nostro percorso di riflessione dedicato al rapporto tra poesia e filosofia.
Una lunga tradizione filosofica se ne occupa: da Platone a Heidegger, da Hölderlin a Maria Zambrano, da Leopardi a Hegel e molti altri.
Abbiamo già visto nel corso del primo incontro quanto il gesto di Platone sia stato, pur tra molte ambiguità, di netta separazione: poeti e pensatori nulla hanno in comune, non nella poesia ma nella filosofia l’uomo trova verità e solido fondamento all’educazione dell’anima.
In Lucrezio la rivalità tra l’una e l’altra si risolve molto diversamente: la filosofia imbocca la via della poesia e la percorre fino in fondo.
Al fondo del nostro interrogarci giace un problema cruciale, che è di natura squisitamente filosofica: possiamo sostenere che la poesia sia necessaria?
E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante?
E che cosa ci rivelerebbe di essenziale?
Che cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo?
Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza?
Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale?
Senza affrettarci a trovare risposte, proseguiamo il cammino…
sabato 26 ottobre 2019
La musa inquieta. Lucrezio o la trasfigurazione poetica
LA MUSA INQUIETA
Lucrezio o la trasfigurazione poetica della filosofia
Antonella Cosentino e Raffaele Riccio
Voce recitante: Filippo Lanzi
LUCREZIO O LA TRASFIGURAZIONE POETICA DELLA FILOSOFIA
Sabato 26 ottobre 2019 Libreria Einaudi, via Mascarella 11/A, Bologna, ore 17, ingresso libero
“Possiamo sostenere che la poesia sia necessaria? E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante? E che cosa ci rivelerebbe di essenziale? Che cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo? Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza? Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale?” Sono alcune delle domande che animano il ciclo di incontri ospitato dalla Libreria Einaudi e dedicato al rapporto tra poesia e filosofia. Il secondo appuntamento è contraddistinto dalla voce recitante di Filippo Lanzi.
LUCREZIO O LA TRASFIGURAZIONE POETICA DELLA FILOSOFIA
Sabato 26 ottobre 2019 Libreria Einaudi, via Mascarella 11/A, Bologna, ore 17, ingresso libero
“Possiamo sostenere che la poesia sia necessaria? E addirittura che sia una necessità permanente e sostanziale dell’esperienza umana, e non transitoria e trapassante? E che cosa ci rivelerebbe di essenziale? Che cosa può dire la parola poetica intorno all’uomo? Quale la sua utilità e la sua funzione nella conoscenza? Si conosce attraverso il dolore, come volle la grande sapienza tragica, o attraverso il concetto e le categorie come vuole la grande filosofia occidentale?” Sono alcune delle domande che animano il ciclo di incontri ospitato dalla Libreria Einaudi e dedicato al rapporto tra poesia e filosofia. Il secondo appuntamento è contraddistinto dalla voce recitante di Filippo Lanzi.
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