BOLOGNA - Quando si riprende una persona con l’obiettivo fotografico, quel volto,
quegli occhi, ci dicono “sono qua”. Si presta un pezzo della propria
vita – una volta si sarebbe detto della propria anima – in quel
frammento di tempo che poi diventa senza confini, che scavalca l’attimo e
diventa immortale. Forse non si è consapevoli quando si accetta di
posare davanti alla macchina, ma in quel momento si diventa qualcosa
d’altro. E così accade alle persone immortalate nei 53 scatti che
Stefano Laboragine ha realizzato tra il 2012 e il 2019 in diversi
quartieri di Bologna: la Cirenaica, piazza dei Colori, il ponte di
Stalingrado, San Lazzaro, piazza Maggiore, la Bolognina.
La bimba sorridente con le treccine, il ragazzo dallo sguardo cupo o la
donna velata dall’espressione fiera, sono la comunità che abita la
città. Sono messi in comunione, a loro insaputa, affiancati nella mostra
“Momento presente” allestita nel Corridoio del Bramante, con la cura di
Flavia Tommasini per Fondazione Innovazione Urbana. Stefano Laboragine
ha camminato a lungo per vie, parchi, piazze andando alla ricerca di
quelli che lui chiama “ritratti urbani” e che per lui hanno il valore di
un paesaggio. L’intento è di tracciare storie che durano un attimo,
appunto, di costruire geografie fatte di muri, panchine, marciapiedi e
strade. Ma alla fine, mettendo in fila, quegli sguardi, gli scatti
restituiscono l’anima di un luogo.
L’esposizione costringe il pubblico a cercare un contatto con quei volti e con quelle persone che invece, se incontrate per strada, risulterebbero invisibili, anonime. Resteremmo forse indifferenti al loro passaggio, nell’incontrarli, invece la fotografia ha il potere di mettere in evidenza quello che non si vede ad uno sguardo superficiale. Lo scatto è un foglio di carta ma da quella superficie si può partire per andare in profondità e chiederci “chi siamo” e “chi è Bologna”.
“La sfida che lanciano questi volti e i vissuti che raccontano è di accettare questo “momento presente” e farlo divenire occasione per costruire un futuro di diritti, cittadinanza, società e cultura a partire dal “qui e ora” di Bologna”, scrive Flavia Tommasini.
La mostra è a ingresso libero nel rispetto del distanziamento e delle normative anti-Covid ed è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 19.
INAUGURAZIONI
Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni 33 - I piano
Dal 25 luglio
Icone di Scienza, Autobiografie e ritratti di naturalisti bolognesi della prima età moderna
Fino al 30 settembre
L’esposizione costringe il pubblico a cercare un contatto con quei volti e con quelle persone che invece, se incontrate per strada, risulterebbero invisibili, anonime. Resteremmo forse indifferenti al loro passaggio, nell’incontrarli, invece la fotografia ha il potere di mettere in evidenza quello che non si vede ad uno sguardo superficiale. Lo scatto è un foglio di carta ma da quella superficie si può partire per andare in profondità e chiederci “chi siamo” e “chi è Bologna”.
“La sfida che lanciano questi volti e i vissuti che raccontano è di accettare questo “momento presente” e farlo divenire occasione per costruire un futuro di diritti, cittadinanza, società e cultura a partire dal “qui e ora” di Bologna”, scrive Flavia Tommasini.
La mostra è a ingresso libero nel rispetto del distanziamento e delle normative anti-Covid ed è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 19.
INAUGURAZIONI
Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni 33 - I piano
Dal 25 luglio
Icone di Scienza, Autobiografie e ritratti di naturalisti bolognesi della prima età moderna
Fino al 30 settembre
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