La prima italiana della
retrospettiva dedicata ad una delle
fotografe più importanti del Novecento, a Palazzo Pallavicini, via S.Felice 24, Bologna dal 14
marzo al 9 giugno 2019.
La mostra
“Surrealist Lee Miller”, organizzata da Palazzo Pallavicini e curata da ONO arte contemporanea, si compone di
101 fotografie che ripercorrono l’intera carriera artistica della fotografa,
attraverso quelli che sono i suoi scatti più famosi e iconici, compresa
la sessione realizzata negli appartamenti di Hitler, raramente esposte
anche a livello internazionale e mai diffuse a mezzo stampa per l’uso
improprio fattone negli anni da gruppi neonazisti.
Lanciata da Condé Nast sulla copertina di Vogue nel 1927, Lee Miller
diventa una delle modelle più apprezzate e richieste dalle riviste di
moda, ritratta da fotografi come Edward Steichen, George Hoyningen-Huene
o Arnold Genthe. Innumerevoli i servizi fotografici di cui è stata
protagonista, fino a quando non decide di passare dall’altra parte
dell’obiettivo.
Profondamente colpita dalle immagini del fotografo e artista Man Ray, ne
diventa modella e musa ispiratrice e instaura con lui un duraturo
sodalizio artistico e professionale che li porterà a sviluppare la
tecnica della solarizzazione. Amica di Picasso, Ernst, Cocteau, Mirò e
di tutta la cerchia dei surrealisti, Miller apre a Parigi il suo primo
studio affermandosi come ritrattista e fotografa di moda, anche se il
nucleo più importante di opere in questo periodo è certamente
rappresentato dalle immagini surrealiste: le celebri
Nude bent forward,
Condom e
Tanja Ramm under a bell jar,
opere presenti in mostra, accanto ad altri scatti che mostrano appieno
come il percorso artistico di Lee Miller sia stato, non solo autonomo,
ma tecnicamente maturo e concettualmente sofisticato.
Nel 1932 torna a New York per aprire un nuovo studio fotografico, ma due
anni dopo si trasferisce al Cairo con il marito, l’uomo d'affari
egiziano Aziz Eloui Bey. I lunghi viaggi nel deserto dove fotografa
villaggi e rovine, l’avvicinano alla fotografia di reportage, un genere
che porta avanti anche negli anni successivi quando viaggia nel sud e
nell’est Europa con l’artista surrealista Roland Penrose (poi suo
secondo marito). Nel 1939 si trasferisce a Londra e inizia a lavorare
come fotografa freelance per Vogue. Nel 1944 è corrispondente
accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del
fotografo David E. Scherman per le riviste “Life” e “Time”. Fu lei
l’unica fotografa donna a seguire gli alleati durante il D-Day e a
documentare le attività al fronte e durante la liberazione. Alla
scoperta degli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera scatta quella
che probabilmente è la sua fotografia più celebre: l’autoritratto nella
vasca da bagno del Führer.
Dopo la guerra Lee Miller ha continuato a collaborare con Vogue per
altri due anni, ritirandosi poi lentamente dalla scena artistica.
Fondamentale il suo apporto alle biografie scritte da Penrose su
Picasso, Mirò, Man Ray e Tapies.
Orari:
da giovedì a domenica 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)
Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì
Aperture straordinarie:
22 e 25 aprile 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)
1 maggio 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)
2 giugno 11-20 (ore 19 ultimo ingresso)