giovedì 10 dicembre 2015
sabato 28 novembre 2015
Tempi di Fabbrica - Associazione Culturale Zeicon Mercoledì 9 dicembre 2015 ore 21 Kinodromo Cinemaeuropa Via Pietralata 55 Bologna
ASSOCIAZIONE CULTURALE ZEICON
presenta:
TEMPI DI FABBRICA
Cinema e industria
MERCOLEDÌ 9 DICEMBRE 2015 ore 21
Kinodromo@cinemaeuropa
Via Pietralata 55/a
www.kinodromo.org
Ideata dall’Associazione
Culturale Zeicon,
co-promossa con Kinodromo, SNCCI (Sindacato
Critici Cinematografici) gruppo Emilia-Romagna/Marche, in collaborazione con Archivio
Nazionale Cinema d’impresa (Ivrea) e Fondazione Ansaldo, TEMPI DI
FABBRICA è una serata dedicata alla proiezione di documentari industriali,
che hanno come soggetto l’industria in Emilia Romagna e in altre Regioni
Italiane, filmati girati a partire dall’inizio del secolo scorso in avanti, selezionati tra i Fondi
archivistici più prestigiosi, depositati presso l’Archivio Nazionale di
Cinema d’Impresa e un filmato
proveniente da Fondazione Ansaldo.
Verrà inoltre proiettato il video “TEMPI DI FABBRICA”, che dà il titolo alla serata, a cura di Anna Albertano, realizzato su fotogrammi di filmati di repertorio, con versi di autori classici e contemporanei, inerenti il rapporto uomo e fabbrica.
Verrà inoltre proiettato il video “TEMPI DI FABBRICA”, che dà il titolo alla serata, a cura di Anna Albertano, realizzato su fotogrammi di filmati di repertorio, con versi di autori classici e contemporanei, inerenti il rapporto uomo e fabbrica.
Intervengono: Bruno
Brunini (Associazione Culturale Zeicon),
Luisa Ceretto e
Francesco Grieco (Sncci – gruppo Emilia-Romagna/Marche)
Una serata di cinema d’industria e di poesia
L’Associazione Culturale Zeicon, da sempre rivolta a tematiche riguardanti il territorio emiliano
romagnolo, ha precedentemente promosso altre iniziative che prevedevano
l’incontro tra letteratura e cinema, in collaborazione con Slow Food per Terra
Madre Day, la Cineteca di Bologna, la Provincia di Bologna. Questa nuova
iniziativa apre invece al cinema d’industria e alla poesia rivolta alla realtà
industriale, un'occasione per ripensare a ciò che ha rappresentato l'avvento
del lavoro industriale nella società e quale è stato il suo impatto nella vita
di tutti i giorni. Un motivo di sollecitazione per la creazione poetica, che
offre spesso elementi di straniamento.
Nei versi di autori classici e
contemporanei che sono stati scelti, si è voluto
cogliere il rapporto uomo macchina, in base a ciò che suggerivano immagini di
filmati industriali.
Anna Albertano, premiata
al “Torino Film Festival” per il mediometraggio Silk Shaek, è tra i fondatori
dell’Associazione Culturale “Zeicon”. E’autrice di romanzi e poesie. Fra le sue opere: Progressivo
silenzio (’98), Notre-Tanz (2002), Dialoghi di un mattino di fine
millennio (2006), La notte di San Giorgio (2007), Dando il
blu (2009), Stagioni promesse (2013), Lettere d’Occitania
(2015).
Bruno
Brunini, vive a
Bologna, poeta e scrittore, è stato trai i soci fondatori della cooperativa
culturale “Dispacci” presieduta da Roberto Roversi. Tra le sue opere: il romanzo Il viaggio capovolto (1999), il
volume di racconti Appena oltre Brooklyn
(2005), le raccolte di poesia Strade
interrotte (1990), Dalla parte della
notte (2007), Ombra di vita
(2012).
martedì 20 ottobre 2015
"Vivaio" Le poesie di Sergio Rotino a cura di Bruno Brunini
I testi che qui pubblichiamo fanno
parte di una raccolta di poesie ancora inedita dal titolo “Vivaio” di Sergio
Rotino, poeta, scrittore, critico letterario, tra gli esponenti più
rappresentativi della poesia a Bologna.
Il nucleo generativo di questi
componimenti è la scomparsa di una persona cara, tema che si esplicita intorno
alla simbologia della rosa: “la rosa che/non ha/fame la/rosa che non/ha sete la
r/rosa che/decresce/nel suo splendore di/rosa reale//oh rosa c/che dal
suo/protratto sonno/più non/esce più perpetra/il suo ad altri/fatto danno”.
Il senso di una perdita archetipica
che agisce nel profondo, si estende al ciclo vitale dell’esistenza: “abbaia la/terra
il suo bisogno/di acqua ora/che è vecchia ora che è secca//intubati i fiumi/a
goccia/a goccia/a goccia/gocciando negano/senza pausa quanto/era bocciolo
quanto/velluto di rosa”.
Così nell’incedere di un tempo
scandito dall’assenza, che segna nella voce del poeta il labile confine di uno
sperdimento, sembra che le parole non riescano più a emergere, a definirsi,
come se davanti non ci fosse più nulla, la realtà svanisse, non fosse più
nominabile.
Prevale allora nel verso, in una
lunga, ininterrotta sequenza, l’ellissi, il singulto che tronca le parole, le
consonanti, toglie il fiato e ci conduce in un mondo di visioni rapide e
concise.
Ma non si tratta di una poesia che
annulla, piuttosto di una poesia che crea sul vuoto. In questo movimento non
omogeneo del respiro che mescola flusso di coscienza e una scansione densa
di riflessioni, affiorano metafore,
aperture allusive, interferenze, in cui la parola esprime una qualità multipla,
polimorfa, modulata da cortocircuiti e antitesi, figure della coesistenza di
opposti attorno alle immagini di vita e morte. Momenti topici di questi
componimenti, dove l’asprezza del dolore è sempre contenuta in una fermezza
misurata che stabilisce un contatto con l’intelligenza. Quella di Rotino è una
poesia che evitando ogni retorica dei sentimenti, sa guardare con distanza e
mai con distacco la ferita più acuta come quella del lutto, con versi che
tuttavia sembrano scritti per contrastare un silenzio assoluto. Al
dissolvimento della consistenza del mondo esterno, fa infatti da riscontro
l’espansione del paesaggio interiore che si percepisce per i colori, il dono di
emozioni e bellezza che ci offre.
Ed è questa resistenza, questa luce
nello sguardo che nasce dentro ciò che è fragile e provvisorio, la sola strada
che induce l’autore a trattenere qualcosa che va al di là della fine:
“tenerci/ai fiori e/riconoscerli/saperli coltivare/oltre//questo dovrebbe/questo
preme”. Per farlo Rotino prosegue il suo lavoro sulla lingua senza
scomporre la volontà di rilevare, precisare, salvare quanto accade, registrando
ciò che si perde e ciò che si può ancora scoprire di noi stessi.
Bruno Brunini
VIVAIO
alla fine
si regalano sempre
fiori
gigli o rose private
dalle spine nettate
dagli affanni
persino viole si regalano
un nulla che al nulla
duole brucia
inesausto del suo male
comunque si regalano
questi non sento
per sempre bellissimi dietro
cui sostano da millenni
fiumane di rancori
la lingua che
a stento li trattiene
perciò lei
manda avanti colori
profumi lei
manda
leziosi quanto il suo tocco
ricordo degli umori
delle colpe
ma dentro la bocca loro
stanno più profondi più
immarcescibili del danno
provocato nel suo abisso
scuro stanno dove
batte il nocciolo
duro dichiarato amore
stanno
lì dove
sorgono
metropoli innalzate
dai nostri cuori porzioni
indivisibili di quanto
siamo anche se mai
riusciamo a
vederne i colori
perché nascoste sono dietro
il profumo così nascoste
ai loro fiori
*
inaspettate sbocciano
rose dentro l’interminata
estate del danno
non hanno profumo
seccato è in loro
il sangue spezzato
sarà il loro
gambo orma cauta
di tanto sperare
un grumo
il male per il male
spezzato sarà
sangue e rose
i gesti crepati
per questo solo
al termine del respiro
stiamo soli
a guardare altrove
guardando il finire fatto c
concreta cosa ultima
lacrima
dalla soglia oramai conclusa
sradicate dunque siano l
le sue perdute rose
*
la rosa che
non ha
fame la
rosa che non
ha sete la r
rosa che
decresce
nel suo splendore di
rosa reale
oh rosa c
che dal suo
protratto sonno
più non
esce più perpetra
il suo ad altri
fatto danno
*
pensare a un
altro colore
ves
vestiti di altro
colore di
viole forse f
forse del bianco
delle rose ancora non
legate
gambo a spine
attesa a bocciolo
pensare al male a
al colore poi
solo
*
abbaia la
terra il suo bisogno
di acqua ora
che è vecchia ora
che è secca
intubati i fiumi
a goccia
a goccia
a goccia
gocciando negano
senza pausa quanto
era bocciolo quanto
velluto di rosa
*
si spegne si
è spento
inizio di rosa
una volta
c’era mai
più torna indietro si t
torce
rinasce
in altra
altro fiore a plasmarlo
diventa
che riconosce
nessuno di quanto
una volta c’era
era
dal profumo ridotto
a punto
a centro oscuro
al pianto
*
tutto si accende
un attimo
luminosi fiori
richiesta
di grazia di
giusta fine
nostra parola
sola dove sempre eri
sempre resti sempre b
bocciolo che
rinnova
polvere
di noi
seme
tenerci
ai fiori e
riconoscerli
saperli coltivare
oltre
questo dovrebbe
questo preme
giovedì 21 maggio 2015
giovedì 12 marzo 2015
INCONTRARSI INTORNO A UNA PASSIONE edizione 2015
UNA PASSIONE
EVENTO PROMOSSO DA
QUARTIERE SAN
DONATO
GLI INCONTRI SI TERRANNO PRESSO CIRCOLO GUERNELLI VIA GANDUSIO 6 BOLOGNA
edizione 2015o
Eccoci arrivate al terzo anno della Rassegna
“Incontrarsi intorno a una Passione”, evento
culturale
e sociale del Quartiere San Donato, basato sul
concetto di Pari Opportunità. La “Passione” è
riferita
alla Scrittura, però circondata dalle suggestioni di
altre Arti.
Rassegna evoluta e/voluta fortemente: anche
quest'anno incontreremo personaggi affascinanti, e ci
sarà il “microfono aperto” per chiunque.
Venite a farci visita in un'oasi di Cultura, in mezzo
alla
vita frenetica e problematica attuale.
In/ con/ tra/ r/ si: tre preposizioni e un sì,
incontrarsi,
perché la Periferia è... il nostro Centro!
da un'idea di Serenella Gatti Linares
24 FEBBRAIO
ore 18.00
POESIA Anna Maria Boriani - Nadia
Minarelli
Mirella Santamato - Andrea Trombini
MUSICA Mario Zambrini e i NOTAFA
LETTURE Manuela Mengoli
ILLUSTRAZIONI Serena Luna Raggi
31 MARZO ore
18.00
PROSA e POESIA Paola Cimatti - Milena
Signorini
Alessandra Bartucca - Michela Turra
MUSICA e POESIA Chiara Stefani
LETTURE Sarah Bellini
FUMETTO Antonio Peluso
28 APRILE ore
18.00
POESIA Serenella Gatti Linares - Valeria
Rossi
Valentina Gaglione - Vannia Virgili
MUSICA Antonietta Laterza
UMORISMO Andrea Albertazzi - Sergio
Dell’Aquila
PITTURA Morena Moretti
26 MAGGIO ore
18.00
PROSA e POESIA Gianfranco Corona - Alba
Piolanti
Anna Albertano - Bruno Brunini
MUSICA Alessandro Turrini e i SUPERNOVOS
INSTALLAZIONI Donatella Franchi
Eccoci arrivate al terzo anno della
Rassegna
“Incontrarsi intorno a una Passione”,
evento culturale
e sociale del Quartiere San Donato,
basato sul
concetto di Pari Opportunità. La
“Passione” è riferita
alla Scrittura, però circondata dalle
suggestioni di
altre Arti.
mercoledì 25 febbraio 2015
domenica 22 febbraio 2015
"Me l'hanno sempre detto tutti" di Michela Turra domenica 1 marzo 2015 ore 16,30 Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacurati
domenica 1
marzo 2015 –ore 16,30
teatro 1763
Villa Aldrovandi Mazzacorati
via Toscana 17-19
Bologna
il Teatro Le Fornaci
Me l’hanno sempre detto tutti
testo e regia
Michela
Turra
con
Claudio Merighi
Gabriele Buttelli
Claudia Benuzzi
Maria Giovanna Canu
Tess McQuenn
Una valle stretta, un
po’ lunare, e i suoi abitanti. “Me l’hanno sempre detto tutti” ripetono,
monologando ciascuno all’insaputa dell’altro, tre di loro: uno scaltro
commercialista, un contadino appartato e schivo, una ricca signora infelice.
Legati da trame imperscrutabili, i tre hanno sempre vissuto in quel verde
remoto, lontano dalla città. In un intreccio che potrebbe essere sogno o
realtà, la vicenda si snoda attraverso i loro monologhi, con incisi di dialogo
che coinvolgono anche la moglie del professionista e la figlia della donna, nel
gioco quotidiano di presenza e assenza
Prevendita tel. 051/6235780 dalle 10 alle 11.55 dal martedì al venerdì
Prevendita tel. 051/6235780 dalle 10 alle 11.55 dal martedì al venerdì
lunedì 16 febbraio 2015
Intervento di Bruno Brunini in occasione del Premio alla carriera al poeta Gregorio Scalise per il Ventennale del Premio "Renato Giorgi"
Premio alla carriera al poeta Gregorio Scalise per il Ventennale del "Premio Renato Giorgi"
“Attraverso le sue opere e l’instancabile attività critica e letteraria, Gregorio Scalise ha saputo interpretare con acutezza la realtà contemporanea e spesso è riuscito ad essere in anticipo sui tempi, portando qualcosa di vivo dentro la nostra realtà culturale...
Sabato 25 0ttobre 2014 Teatro Comunale di Sasso Marconi
Alcuni passaggi dell’intervento di Bruno
Brunini
“Attraverso le sue opere e l’instancabile attività critica e letteraria, Gregorio Scalise ha saputo interpretare con acutezza la realtà contemporanea e spesso è riuscito ad essere in anticipo sui tempi, portando qualcosa di vivo dentro la nostra realtà culturale...
I suoi molteplici interessi, la filosofia
moderna, la letteratura straniera, le varie esperienze artistiche e culturali
gli hanno dato in quanto scrittore, poeta, intellettuale, critico, saggista,
una visione più aperta.
Il teatro, in particolare, da lui conosciuto e
praticato, è stato certamente una di quelle dimensioni, attraverso la quale,
come un grandangolo che consente di dilatare e dare profondità ad un’immagine,
ha messo a fuoco tematiche cruciali della storia e dell'attualità che lo hanno
coinvolto...
Il tempo passa anche per la poesia, - ha detto
Gregorio in un’intervista – una poesia deve essere in presa diretta col suo
tempo, con la sua realtà, una poesia può sopravvivere e rinnovare la sua bellezza
attraverso la temporalità.
Scalise ha preso parte a innumerevoli
iniziative culturali, ha mantenuto relazioni con gruppi, persone, vari autori,
senza mai perdere la sua indipendenza e libertà di giudizio. Lo spirito libero
e autonomo verso i circuiti prestabiliti e certe dinamiche che talvolta condizionano
negativamente gli ambienti culturali, letterari hanno contraddistinto la sua
personalità..
E proprio questa sua libertà mentale,
insieme alla sua cultura, gli ha consentito di esercitare uno sguardo critico e sempre
con la voglia di giungere a una lucidità in grado di dare risposte, ma le
risposte sono relative, nel fare i conti con la realtà che muta, che è
difficile da cogliere, che resta inafferrabile, è forse questo il
bello, mi ha detto Gregorio un giorno, che ci spinge a cercare, che ci induce a scrivere e
a inventare.”
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