Versi d’autore
Ombra di vita di Bruno Brunini
(Edizioni La Vita Felice, 2012)
di
Elisa Druent
Con un moto ondulatorio, che a
tratti sfiora il precipizio per ritrovare subito dopo punti di equilibrio, nei
versi di “Ombra di vita” si riavvolge una trama, la trama di una di vita,
ricomponendo lo strappo che l’ha appena interrotta, e così La tua voce / che fugge dalle labbra / sul bianco del balcone… bambini
impolverati / nell’odore dei vicoli antichi.
Tra immediatezze di sguardo e
profondità di campo (Sanno le mani / come i
muri ascoltano / la poesia che rinfresca la fronte / che non ti lascia svanire nel
niente), come partenze e ritorni dei giorni che sono stati, riprendendo uno scambio con l’esistenza
venuta a mancare, con un mondo che non c’è più, la percezione
dell’inarrestabilità del tutto, dapprima con passo lento, parola dopo parola si
fa vertiginosa: Ceneri gettate / Il tuo
viso / si perde / riappare / la tua voce su e giù per la corrente / il tuo
pensiero / ritorna al silenzio dei pesci.
Attraverso la ciclicità di
immagini che emergono per poi inabissarsi nel mare indistinto della memoria e
in quella che diviene poco alla volta la graduale consapevolezza del distacco, e i
minuti svaniscono / in un giro di lancette / che si ferma / dove tu saluti, si
percorrono i molteplici nessi che le emozioni e le riflessioni provocano. E
intanto la prospettiva si sposta e si porta verso un’altra fase, un altro
tempo. Il vetro ghiacciato / che si spacca / in un punto del silenzio / un
mucchio di pensieri / usciti di misura… e lì, oltre la porta / il giorno
inesplorato.
La comunicazione che l’autore
sollecita tra dimensioni inconciliabili in tal modo si avvia, prende forma,
quello che non è più torna ad essere, nella mente come nello sguardo, lo spazio
del possibile si estende a ogni espressione che il vocabolario in sé contiene.
La parola fine,
inconsapevolmente forse, non è mai davvero contemplata fino in fondo nel nostro
lessico, almeno per quanto riguarda le persone a noi vicine, e nei versi di
Brunini si fa dialogo; la scomparsa, la morte, diventa parola viva, relazione
aperta: Oscillando nel dondolìo del sonno…
nessun centro ti trattiene / il ciclo dei
pianeti, i giorni di marea / lo zenit e l’orizzonte / tra Pegaso e l’acquario… la
notte delle origini / il molto e il niente.
brunobrunini.blogspot.com/
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