venerdì 12 ottobre 2012

Ombra di vita di Bruno Brunini - di Elisa Druent



Versi d’autore

 Ombra di vita di Bruno Brunini
 (Edizioni La Vita Felice, 2012)

 di Elisa Druent

Con un moto ondulatorio, che a tratti sfiora il precipizio per ritrovare subito dopo punti di equilibrio, nei versi di “Ombra di vita” si riavvolge una trama, la trama di una di vita, ricomponendo lo strappo che l’ha appena interrotta, e così La tua voce / che fugge dalle labbra / sul bianco del balcone… bambini impolverati / nell’odore dei vicoli antichi.
Tra immediatezze di sguardo e profondità di campo (Sanno le mani / come i muri ascoltano / la poesia che rinfresca la fronte / che non ti lascia svanire nel niente), come partenze e ritorni dei giorni che sono stati, riprendendo uno scambio con l’esistenza venuta a mancare, con un mondo che non c’è più, la percezione dell’inarrestabilità del tutto, dapprima con passo lento, parola dopo parola si fa vertiginosa: Ceneri gettate / Il tuo viso / si perde / riappare / la tua voce su e giù per la corrente / il tuo pensiero / ritorna al silenzio dei pesci.
Attraverso la ciclicità di immagini che emergono per poi inabissarsi nel mare indistinto della memoria e in quella che diviene poco alla volta la graduale consapevolezza del distacco, e i minuti svaniscono / in un giro di lancette / che si ferma / dove tu saluti, si percorrono i molteplici nessi che le emozioni e le riflessioni provocano. E intanto la prospettiva si sposta e si porta verso un’altra fase, un altro tempo. Il vetro ghiacciato che si spacca / in un punto del silenzio / un mucchio di pensieri / usciti di misura… e lì, oltre la porta / il giorno inesplorato.
La comunicazione che l’autore sollecita tra dimensioni inconciliabili in tal modo si avvia, prende forma, quello che non è più torna ad essere, nella mente come nello sguardo, lo spazio del possibile si estende a ogni espressione che il vocabolario in sé contiene.
La parola fine, inconsapevolmente forse, non è mai davvero contemplata fino in fondo nel nostro lessico, almeno per quanto riguarda le persone a noi vicine, e nei versi di Brunini si fa dialogo; la scomparsa, la morte, diventa parola viva, relazione aperta: Oscillando nel dondolìo del sonnonessun centro ti trattiene / il ciclo dei pianeti, i giorni di marea / lo zenit e l’orizzonte / tra Pegaso e l’acquario… la notte delle origini / il molto e il niente.






brunobrunini.blogspot.com/

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