giovedì 28 novembre 2013

"L'animale che immagina" frammenti di un'autobiografia intellettuale di Claudio Beghelli e Giorgio Celli

 


“Un uomo difficile da classificare e fuori dagli schemi”, così il Rettore dell'Università di Bologna Dionigi ha definito Giorgio Celli in occasione della sua commemorazione.
Professore Emerito all'Università di Bologna, entomologo, scrittore, poeta, autore di opere teatrali, conduttore di trasmissioni televisive di divulgazione scientifica, parlamentare europeo in difesa dell'Ambiente, autore di numerosissime pubblicazioni nel campo della scienza e della letteratura,  Celli ha notevolmente contribuito ad arricchire la vita culturale e scientifica del Paese.
Lo vogliamo ricordare segnalando l’uscita del libro L’animale che immagina. Frammenti di un'autobiografia intellettuale, (Prospettiva Editrice, 2013).
Si tratta di una saggio in forma di conversazione in cui il professore, in una veste inconsueta e informale, ripercorrendo i temi fondamentali del suo lavoro di scienziato e artista, compone un singolare autoritratto.
L’autore del volume è Claudio Beghelli, scrittore, sceneggiatore, regista e interprete di numerosi spettacoli, che ha lavorato assiduamente con Celli negli ultimi anni della sua vita, diventandone amico, confidente, collaboratore.
“Sono tutti da leggere e meditare questi frammenti che la perizia di Claudio Beghelli collega e ricompone, mettendo in ritmo confessioni, ricordi, citazioni, in un serrato articolarsi tra dentro e fuori le difese di chi si confessa mettendosi a nudo”, scrive la professoressa Niva Lorenzini nella sua introduzione al volume, "Beghelli conduce questo lavoro con competenza, rigore, devota partecipazione”.
Completano l'introduzione al volume gli interventi del figlio Davide Celli e di Paolo Radeghieri.
 
Personalmente ricordo con molto affetto Giorgio Celli, con lui ho avuto il privilegio di collaborare nell'ultimo periodo della sua vita in attività legate alla poesia, sia per il club “Fantomas”, da lui fondato, che per alcune presentazioni e reading realizzati insieme.
Del suo multiforme talento, in particolare, ricordo l'innovazione che ha saputo portare, la sua capacità di far emergere una dimensione del verso che ha corrisposto alle rinnovate modalità di percezione della realtà.
Con Celli il discorso della poesia si allarga, così come è avvenuto per le altre forme di scrittura a cui si è dedicato. Grazie alla sua geniale contaminazione tra linguaggio scientifico e immaginazione letteraria ogni nozione di fissità si dissolve e i limiti della lingua si ampliano. Con il suo approccio aperto alla modernità e ai cambiamenti, Celli che al tempo stesso ha saputo mantenere viva una polifonia di echi letterari classici, ha assunto una tonalità propria, autonoma rispetto alle altre voci poetiche e ha occupato un ruolo preminente nel panorama della letteratura contemporanea. 

“(...) Ancora oggi, non mi sono del tutto chiare le ragioni per cui Giorgio abbia deciso di affidare proprio a me un così singolare autoritratto. Forse, perché, come scrive Danilo Dolci in una bellissima poesia: ‘c'è chi educa sognando gli altri come ancora non sono. / Ciascuno cresce solo se sognato”.
                                                                                      ( Dall’introduzione di Claudio Beghelli)
                                                                                                                    
                                                                                                       Bruno Brunini


 

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