martedì 26 marzo 2019

"Napoli nostalgia di domani" di Paolo Macry, giovedì 28 marzo 2019, ore 18, libreria Feltrinelli, piazza Ravegnana 1 Bologna


Storico dell’età contemporanea e commentatore politico, Paolo Macry si immerge nel cuore del capoluogo campano per coglierne l’essenza più profonda: nel libro “Napoli. Nostalgia di domani” (Il Mulino) l’autore va oltre il pessimismo indulgente, gli stereotipi e l’aneddotica per tracciare il quadro di una città difficile ma mai rassegnata. Intervengono Alberto De Bernardi, Mauro Felicori e Luigi Spina.


Napoli è una sorpresa che deve essere cercata senza pigrizie nella carne viva del suo corpo affollato, accettando le tensioni di un viaggio in territori ignoti. È un catalogo di possibilità che la storia ha reso talvolta drammatico. Uno specchio di intelligenze, passioni, ferite, in cui a ciascuno è dato ritrovare qualcosa di se stesso.
Napoli è uno di quei luoghi che ciascuno crede di conoscere anche se non li ha mai visti. Un immaginario spesso ideologico, fatto di stereotipi, di racconti ossificati, di un’infinita aneddotica. La città si giudica continuamente e viene continuamente giudicata. Sconta il pessimismo indulgente che non di rado gli stessi «nativi» si cuciono addosso e sconta la lontananza culturale, arcigna o paternalistica, di chi la osserva dall’esterno. Di Napoli, Paolo Macry tocca le nervature profonde, ripercorre i segni di un tessuto urbano bimillenario, i comportamenti di lungo periodo della popolazione. Insegue le fratture drammatiche della sua storia, le esperienze politiche che l’hanno segnata, fino alle vicende di tre sindaci-sovrani, Lauro, Bassolino e de Magistris. Ci trasmette la suggestione di una città difficile e mai rassegnata. Napoli, per chi voglia conoscerla, capirla, ritrovarla, continua a essere un mondo. Un mondo da pensare. O forse un modo di pensare.


Paolo Macry, storico dell’età contemporanea e commentatore politico. Tra i suoi libri per il Mulino ricordiamo «Ottocento» (2002), «Gli ultimi giorni. Stati che crollano nell’Europa del Novecento» (2009) e «Unità a Mezzogiorno» (2012).













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